Cari lettori sapete bene che nel mio blog ospito spesso articoli sul food, ma oggi non parleremo solo di questo! Faremo un tuffo nel passato…estate 1992 io e Alberto, vicini di casa giocavamo a pallone con gli altri amici…oppure a fare le famose bancarelle per racimolare i soldini per il gelato…e in tutto questo si fantasticava su cosa avremmo voluto fare da grandi.
Ora? Dopo tutti questi anni, ecco che mi danno l’incarico di intervistarlo perché sarà lo chef designato per il Birralguer 2016. Sono orgogliosa di notare che dopo tanti anni che l’avevo perso di vista sia diventato uno chef affermato e che stia raccogliendo molti consensi. Bene! Si parte a Pula, ristorante “Is Morus” e si va ad intervistare Alberto!
Vi faccio una piccola parentesi della location, un luogo irripetibile che unisce i doni di un’oasi mediterranea con una concezione unica di ospitalità.
Si dorme nelle camere e nelle suite dell’Hotel, oppure nelle ville indipendenti o nei cottage. Si mangia nei due ristoranti incastonati nella natura.
Si vive a tu per tu con il mare, tra allori, mirti, ginepri, eucaliptus e olivastri.
Alberto ci fa accomodare per raccontarci la sua avventura. Iniziamo con la prima domanda:
1. Chi è Alberto Iacoboni chef ?
“Un semplicissimo ragazzo di 35 anni innamorato della propria terra, del suo cibo e delle sue tradizioni. Una persona che ha tre punti fermi nella sua vita: la cucina, la famiglia e gli amici”.
2. Parliamo della vita: quali sono le tue passioni? Quando sei fuori dalle pentole, dal cibo che cosa fai, come ti rilassi?
“Purtroppo il mio lavoro non mi lascia tanto tempo da dedicare ad altre cose, sembrerà banale e scontato, ma quando non lavoro dedico il mio tempo alla famiglia e mi rilasso cucinando per la mia compagna e per una piccola nanetta che riempie i miei spazi liberi”.
3. Ti piace questa nuova sfida? Abbinare le materie prime delle birre ai piatti tradizionali.

5.Ma alla fine della serata, che cosa pensa un cuoco ? Pensa di aver realizzato qualcosa per far piacere alla gente o pensa di aver realizzato qualcosa che lui sentiva di dover realizzare?
“Ma proprio a fine serata credo nessuno dei due, l’unico pensiero è sedersi e il silenzio, il lavoro di un cuoco è quello di soddisfare i clienti. Poi ognuno di noi senta di dovere realizzare qualcosa, un cuoco i suoi piatti”.
6. Ultima richiesta: una tua riflessione e vuoi lanciare un messaggio ai tuoi colleghi e ai giovani?
“Si è diventati consapevoli del fatto che il cibo è un aspetto importante della vita, della cultura dei popoli. Poi, è chiaro che è anche una moda, e nelle mode ci sono sempre degli eccessi, come per esempio in televisione, dove intorno al cibo si è sviluppato un interesse forse esagerato ma che dimostra come la gente ne vuole sapere di più, è più curiosa. Tutto sommato, vedo un’evoluzione molto bella e molto positiva nel mondo! Si investe sempre dove c’è più interesse. E il cibo, oggi, è un territorio che incuriosisce moltissimo, magari in maniera superficiale, ma sono i primi passi e più avanti la gente imparerà anche a capire di più. Poi, è chiaro che saper cucinare, emozionarsi a tavola è ancora un’altra cosa. Io cerco di trasmettere emozioni, i miei piatti parlano della cultura e della tradizioni del luogo nella quale sono immerso ed inspirato attraverso le materie prime che utilizzo.
Un messaggio per chi inizia: passione, dedizione, sacrificio e tante ore di lavoro. Questo è fare il cuoco, bisognerebbe ricordarlo un po più spesso”.
Grazie Alberto! una giornata davvero interessante non vediamo l’ora di vederti all’opera al Birralguer il 28 Luglio ad Alghero. A proposito…qualche anticipazione in merito? cosa userai?
“No no non posso…venite e vedrete sicuramente userò una ricetta tradizionale algherese mista alle materie prime che si usano per produrre la birra artigianale”.
Bene allora stay tuned e buon #Birralguer2016
Stefania Salvatore
#Travelblogger